Problematiche psicologiche

Problemi psicologici dell'età adulta

Problematiche di cui mi occupo a Milano

Ho maturato una corposa esperienza clinica nella terapia del disagio psicologico in età adulta lavorando in ambito ospedaliero e nel settore medico privato.

Sono specializzata nel trattamento di problematiche legate all’ansia e al tono dell’umore, disturbi della sfera ossessiva, difficoltà nelle relazioni interpersonali, disagi psicologici collegati a patologie organiche, problematiche relative alla propria identità, problematiche esistenziali come malessereblocchi nello studio universitario, problematiche inerenti l’autostima, difficoltà assertiva, stress e disagio sul lavoro, crisi nelle fasi di passaggio della vita.

Sono Specialista nel trattamento dell'Insonnia.

Offro percorsi di Psicoterapia adattati al funzionamento Asperger.


Disturbi d’ansia

L’ansia è l’emozione che contraddistingue la risposta rapida ai pericoli a cui l’uomo è esposto: nella prospettiva biologico-evolutiva l’ansia è considerata la principale reazione fisiologica e psicologica messa in atto dall’organismo a scopo adattativo ed evolutivo di fronte alle minacce dell’ambiente. Diventa patologica (disturbo d’ansia) quando è eccessiva rispetto alla situazione che ci troviamo a fronteggiare, persiste nel tempo e compromette la qualità di vita dell’individuo o quando si manifesta in assenza di uno stimolo pericoloso, come nel caso dell’attacco di panico. Un attacco di panico consiste in un’improvvisa manifestazione di intensa paura, ansia, disagio in una situazione nella quale la maggior parte delle persone non proverebbe paura o malessere, accompagnata da sintomi somatici (sudorazione, fame d’aria, tachicardia, tremore, nausea) e cognitivi (paura di perdere il controllo, di svenire, di morire o di impazzire). Se gli attacchi di panico sono ricorrenti e la persona passa buona parte del tempo in preda alla paura di sperimentare successivi attacchi, compiendo significative alterazioni disadattive per evitarli, si parla di disturbo di panico. Tra i disturbi d’ansia più diffusi troviamo anche il disturbo d’ansia generalizzato (un persistente e diffuso stato di preoccupazione e ansia, eccessivo rispetto alle circostanze, che riguarda numerosi eventi e situazioni), la fobia sociale (una paura eccessiva e spesso invalidante delle situazioni sociali dovuta al timore di dire o fare qualcosa di imbarazzante o che possa causare un giudizio negativo o un rifiuto) e le fobie specifiche (caratterizzate da un’ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a specifici oggetti o situazioni).

Fonte: Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-5 (APA, 2013)


Disturbo ossessivo-compulsivo

Il disturbo ossessivo-compulsivo rappresenta un complesso disturbo caratterizzato da due tipologie di sintomi: le ossessioni e le compulsioni. Le ossessioni sono costituite da pensieri, immagini, impulsi indesiderati, ripetitivi e persistenti che determinano marcata ansia e disagio nel soggetto affetto. Le compulsioni sono invece comportamenti ripetitivi o azioni mentali volte a neutralizzare l’ansia provocata dalle ossessioni. Le ossessioni e le compulsioni rientrano, solitamente, in quattro tipologie principali: paura della contaminazione e compulsioni di pulizia; ossessioni riguardanti il bisogno di simmetria e compulsioni di ripetizione, ordine e conteggio; pensieri proibiti o tabù culturali, religiosi o di altra natura; paura di recare danno a sé o agli altri e compulsioni di controllo. Il disturbo ossessivo-compulsivo compromette in modo marcato la qualità della vita del paziente. La categoria disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati comprende anche il disturbo di dismorfismo corporeo (preoccupazione per un supposto difetto nell’aspetto fisico), il disturbo da accumulo (persistente difficoltà di gettare via o separarsi dai propri beni), la tricotillomania (strapparsi capelli o peli) e il disturbo da escoriazione (stuzzicamenti della pelle).

Fonte: Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-5 (APA, 2013)


Disturbi del sonno

L’insonnia primaria o psicofisiologica è un’alterazione disfunzionale, stabile e reiterata del sonno in termini di latenza di addormentamento, mantenimento del sonno, risveglio precoce. Produce effetti sia notturni che diurni e presuppone una percezione soggettiva errata del proprio sonno convalidata da fattori soggettivi di mantenimento: cognitivi, emotivi, comportamentali, legati all’igiene del sonno. Soffrire di insonnia psicofisiologica significa riposare male durante la notte e lamentare un significativo disagio nelle ore di veglia, con conseguente compromissione del funzionamento sociale e/o lavorativo. Significa inoltre andare più facilmente incontro a problemi di natura emotiva ed affettiva tipici di altre aree psichiche (forme ansiose, depressive, disturbi dell’adattamento). In questo senso, la valutazione e il trattamento psicologici hanno un’importanza non solo terapeutica, ma anche preventiva. 

Fonte: Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-5 (APA, 2013)


Disturbi Depressivi

Uno stato depressivo si caratterizza per la presenza di umore depresso per la maggior parte del giorno, marcata diminuzione o perdita di interesse o piacere per le attività della vita quotidiana, significativa perdita o aumento di peso, insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicomotori, faticabilità o mancanza di energia, eccessivi sentimenti di autosvalutazione o di colpa, difficoltà a prendere decisioni, ricorrenti pensieri di morte. Questi sintomi causano marcato disagio e compromettono il funzionamento in diverse aree della vita quotidiana. Comportamenti caratteristici della persona depressa sono l’evitamento, l’isolamento sociale, la riduzione dell’attività sessuale e i tentativi di suicidio.

Se a tali vissuti si alternano fasi caratterizzate da un cambiamento evidente e significativo rispetto al comportamento abituale (es.: umore anormalmente e persistentemente elevato, irritabilità, diminuito bisogno di sonno, agitazione psicomotoria) si parla di depressione bipolare.

Fonte: Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-5 (APA, 2013)


Ipocondria e cybercondria

L’ipocondria è la preoccupazione legata al timore o alla convinzione di avere una grave malattia basata sull’erronea interpretazione di sintomi e funzioni corporee. Un tipico comportamento di chi soffre di questo problema è la continua ricerca di rassicurazioni medico-diagnostiche. Il bisogno di rassicurazione può esprimersi anche attraverso continue ricerche su internet, come nel caso della cybercondria, neologismo apparso all’inizio degli anni Duemila che si riferisce alla crescente condizione di ansia che alcune persone esperiscono nel momento in cui utilizzano internet per ottenere informazioni sul proprio stato di salute.


Sindromi e disturbi funzionali

I disturbi funzionali sono caratterizzati da sintomi autoriferiti di natura prettamente organica (quali cefalea, fibromialgia, disturbi gastrointestinali, colon irritabile, dolori muscolari, acufeni e vertigini, dolore toracico non cardiaco, dermatiti atopiche) che non trovano riscontro negli esami clinici e strumentali e producono un’autentica sofferenza in chi ne è affetto. Tali somatizzazioni possono cronicizzarsi nel tempo e diventare veri e propri disturbi strutturati (sindromi).

Fonte: Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-5 (APA, 2013)


Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme del corpo. Possono riguardare: restrizioni dell’alimentazione, come nell’anoressia nervosa; alternanza di digiuni ed abbuffate alimentari con ricorrenti condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, quali  il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi e/o diuretici, l’eccessiva attività fisica, come nella bulimia nervosa; alimentazione incontrollata accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo come nel binge-eating.

Fonte: Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM-5 (APA, 2013)


Problemi relazionali

I rapporti umani (familiari, di coppia, amicali e affiliativi) sono spesso condizionati da significati e aspettative personali che possono portare a interpretazioni fallaci e a non incontrare mai l’altro. Emozioni quali la rabbia, la gelosia, l’inadeguatezza e la vergogna possono condizionare il nostro modo di stare in relazione con gli altri, portandoci a percepire le relazioni come problematiche. In terapia, lavorando sui vissuti attuali e sulla storia dei legami affettivi, è possibile cogliere e dare un senso all’effetto che si genera nell’incontro con l’altro, aprendo così a nuove e più efficaci modalità relazionali.


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